lunedì 28 ottobre 2013

Neden Türkiye?

Sulla Turchia non si sa molto.
O comunque si sa di meno di quel che si dovrebbe sapere.
O forse anche si sapesse tutto bisognerebbe venire qui e vedere, e allora ci si innamorerebbe di questo paese senza neanche sapere perché.
Ma io, in questo post, voglio provare a riordinare le idee e ad elencare qualche ragione per la quale visitare questo pese, ne vale davvero la pena!

-Le persone sono super amichevoli, disponibili, socievoli, gentili, educate, simpatiche, adorabili, generose e tanti altri aggettivi dolci e carini. Fanno di tutto per farti sentire a casa, -proprio oggi una mia compagna di classe mi ha detto "sei una di noi"- si preoccupano per te e la loro maggiore preoccupazione è che tu stia bene e che ti senta a tuo agio.
Ti portano in girò a visitare qualsiasi cosa, ti chiedono cosa ti piacere fare e lo fanno e se ti vedono un po' giù di corda danno il 110% affinché tu ti senta bene;

-il cibo è semplicemente  d e l i z i o s o! Può sembrare una cosa stupida, ma credo che non sia facilissimo vivere per un periodo relativamente lungo in un luogo dove non si mangia bene. Ecco, io qui in quasi due mesi ho trovato solo una cosa che non mi piace (pasta con lo yogurt) ma per il resto sto mangiando da vero porcello (quando torno in Italia dieta e sport, promesso!). Si trova di tutto: pesce, carne, verdure, pasta, riso, dolci, the, delizioso caffè turco, spezie, frutta... Insomma, ce n'è per tutti i gusti! 
E un'altra cosa bella è che puoi mangiare molto e bene spendendo davvero poco!

-La Turchia è un paese bellissimo, sia dal punto di vista artistico che paesaggistico. Ovviamente non ovunque (Ankara, ad esempio, non è molto bella come città, ma ha comunque alcuni musei che vale pena visitare e la parte vecchia che è davvero interessante), ma ci sono alcuni luoghi che sono davvero mozzafiato, città dove le varie epoche storiche e i vari periodi artistici si mescolano fra loro, luoghi davvero particolari... C'è davvero tanto da vedere!

-In Turchia le varie culture si incastrano come in nessun altro luogo, a una cultura di tipo orientaleggiante se ne aggiunge una orientale, e tutto è perfettamente in armonia, un po' il centro del mondo!


Sicuramente ci saranno altri 24082048 motivi che ora mi sfuggono (sono appena sopravvissuta a un intenso pomeriggio all'insegna della trigonometria dopotutto), ma davvero, è un paese che colpisce e che lascia il senso, in senso pienamente positivo!
Prima di partire anch'io ne sapevo poco e purtroppo condividevo alcuni pregiudizi stupidi e insensati: credevo che la Turchia fosse un paese un po' arretrato e ero un po' preoccupata dalla religione (che ora trovo estremamente interessante), ma mi sono ricreduta alla grande!

La Turchia è una pese magico, e io sono seriamente convinta che ci sia una sorta di polverina sparsa qua e là che porti le persone ad innamorarsi di questo posto (sì, probabilmente sono da ricovero, sempre colpa della trigonometria)!



Her gün Türkiye'yi daha çok seviyorum :)


...E' solo l'inizio.

"Cara Carlotta,
Sei ormai arrivata verso la fine della tua esperienza in Turchia con Intercultura"

Questo è l'inizio di un'e-mail che ho trovato oggi, appena arrivata a casa dopo scuola.
Il resto poco conta, ma questa frase iniziale è valsa per me più di mille parole.
Sono un altro mese, poi sarò in Italia.
Solo un altro mese e dovrò salutare la mia famiglia e i miei amici.
Solo un altro mese.
Un altro mese.

Ho sentito una fitta allo stomaco, chi avrebbe mai immaginato che il tempo sarebbe volato così velocemente!
Questa mail mi ha un po' rattristato, per cui oggi, mentre eravamo tutti in cucina a bere il the e a mangiare dolci, non mi veniva così tanto di sorridere: nella famiglia che allegramente scherzava riuscivo solo a vedere la data della mia partenza che si avvicinava.
Ovviamente la mia mamma si è accorta -come ogni mamma dopotutto- del mio abbattimento e mi ha chiesto cosa avessi.
Le ho risposto che AFS mi aveva mandato un'e-mail con scritto che tra un mese sarei tornata a casa, ma io non volevo andare via.
Lei e Sayra mi hanno abbracciato forte, rassicurandomi che ci saremmo riviste, che sarei tornata, che potevo stare "un po' qua e un po' là".
Sono stata felice, mi sono sentita a casa, ancora una volta.

E allora ho pensato che alla fine non andrò mai realmente via da questo paese, che devo ritenermi fortunata ora che ho due case e due famiglie.
Mi mancherà tutto della Turchia: l'odore di the e spezie che pervade le strade, il brusio delle persone che indaffarate corrono qua e là per Ankara, le bancarelle in mezzo alla strada che vendono di tutto, i tassisti che ogni volta diventano miei amici, le strade super affollate, i semafori che nessuno rispetta, il cibo (tranne la pasta con lo yogurt!), il calore, il sole tiepido d'autunno che mi riscalda durante le pause nel cortile della scuola, l'amalgama perfetto tra le mille culture e tradizioni che questo paese accoglie, e potrei continuare davvero per ore, ma so che qui troverò sempre una casa pronta ad accogliermi, una famiglia e degli amici che mi vogliono bene, una vita da vivere.
E anche se un po' di malinconia resta sempre -prevedo lacrime il giorno della partenza per il Belgio- dopotutto lo so:
Questa non è la fine, è solo l'inizio.


... A metà ...



lunedì 21 ottobre 2013

Intercultura, incontri che cambiano il mondo.

"Intercultura, incontri che cambiano il mondo"

è più o meno un anno, dai mitici tempi delle selezioni, che leggo questa frase un po' ovunque: mi aveva sempre affascinato moltissimo, ma sentivo di non averla mai capita realmente, non fino ad oggi almeno.

Oggi, appunto, ero sola a casa e ho iniziato a parlare tra me e me, immaginando di dover raccontare la mia esperienza durante questi 45 giorni (ahimè, come vola il tempo!)
Mi sono ritrovata a parlare  per non so quanto tempo, un fiume incessante di parole scorreva impetuoso e, ovviamente, mi sono anche commossa!
A un certo punto ho iniziato a pensare alla scritta "Incontri che cambiano il mondo" che tanto mi aveva attratto: quale mondo cambia? Come fa a cambiare? Da cosa te ne accorgi?

Ecco, io credo che per cambiare il mondo bisogni partire dalle piccole cose, quelle che ci sono più vicine. E cosa ci è più vicino se non... Noi stessi? (il mio scrivere è in netto peggioramento, ogni giorno me ne rendo conto sempre di più)
E forse proprio questo che porta noi exchange a "cambiare il mondo": noi cambiamo, durante la nostra esperienza, che sia un mese o che sia un anno, noi cambiamo. 
Perché un'esperienza del genere, se vissuta intensamente, con lo spirito giusto, con coraggio, con la voglia di superare anche i momenti più bui, ti cambia nel profondo, e lo sto provando sulla mia pelle.

Quando ho deciso di partire, l'ho fatto soprattutto perché volevo cambiare aria, so che non è bello da dire, ma avevo voglia di evadere, di evitare una serie di problemi che avevo e che non riuscivo a risolvere, di passare un po' di tempo in un paese "straniero" con gente nuova, per pensare un po' a me.
Poi mi sono ritrovata qui, nella MIA Turchia, a casa con la MIA famiglia, a vivere l'esperienza più intensa della mia vita. Qui sto affrontando tutti i problemi (o quasi), sto crescendo, sto superando tantissime barriere che avevo e che, a volte, mi creavano problemi.
Sento che il mio mondo sta cambiando: prima avevo paura di affrontare un sacco di situazioni, ero troppo legata alla mia realtà, i cambiamenti mi terrorizzavano e ancor di più mi spaventava l'idea di viaggiare; non l'idea di andare in vacanza, ma quella di "viaggiare" nel vero senso della parola: immergersi totalmente in un altro mondo, mettere in discussione anche quelli che si credevano essere i pilastri della propria vita, le maggiori credenze, quelle che si pensa non cambieranno mai.
METTERE SE STESSI IN DISCUSSIONE.
CAMBIARE IL PROPRIO MONDO.

Ecco, è "tutto" qui: avere il coraggio di cambiare in tutto e per tutto, di sfidarsi, di vincere i propri limiti, avere il coraggio di provare, di perdersi per poi ritrovarsi, di sparire del tutto solo per ritornare ad essere.
Ed è questo che AFS mi sta regalando: l'opportunità di cambiare e di migliorare il MIO mondo, di ampliarlo, di allargarne gli orizzonti, per poi poter cambiare il mondo.

Intercultura. Sono davvero incontri che cambiano il mondo!


-Perché forse in fondo è vero che per essere capaci di vedere cosa siamo dobbiamo allontanarci e poi guardarci da lontano-
                                                                                
                                                                                                                                          -D. Silvestri

sabato 12 ottobre 2013

Mutluk! :)

Mutluk: felicità!

Sì, felicità, perché ieri sono successe tante piccole cose che hanno reso la mia giornata decisamente mutlu!

Sono arrivata per la prima volta in orario a scuola, ma solo perché io ed Efe eravamo così in ritardo da aver preso il dolmuş (si tratta di minibus, sono molto usati in Turchia)!
Appena entrata in classe -ben 5 minuti prima dell'inizio delle lezioni, record!- ricevo una chiamata da un numero turco sconosciuto: era Grace, la ragazza Thailandese, che mi ha comunicato che saremmo uscite prima da scuola perché dovevamo andare a ritirare il permesso di soggiorno. Un po' ci sono rimasta male visto che le ultime due lezioni erano arte e inglese, ma pazienza...

Durante la seconda pausa, la mia amica Ecehan mi si avvicina e mi porge una delizioso quadernino di Istanbul, quelli piccoli con la copertina rigida, tipo agendine, e mi dice "yesterday you told me that you like these things, so this is for you"
Sorpresa, meraviglia, incredulità, felicità.
So che può sembrare una sciocchezza, però per me è stata una vera dimostrazione d'affetto, per cui, dopo aver urlato "Aaaaaaaaah teşekkür ederiiiim" le ho buttato le braccia al collo. E mi mancava un abbraccio così spontaneo!




La giornata è volata: ho passato le ore restanti a scrivere sul mio nuovo compagno di viaggio, poi nell'ora di letteratura abbiamo organizzato una piccola festa, e ho anche capito alcune cose che il prof mi ha detto!
Nella pausa pranzo sono andata in classe di Grace e mentre lei preparava lo zaino ho parlato con alcune sue amiche, che mi hanno fatto i complimenti per la lingua! :D
Siamo poi andate a Kızlay: Grace voleva fare una ricarica e così ci siamo buttate in quest'altra avventura! Non so come, ma sono riuscita a parlare uno pseudo-turco con la commessa della Turkcell, io che a Napoli vago per ore pur di non chiedere informazioni!
A Kızlay abbiamo aspettato Nathalie e poi siamo andate a mangiare da Burger King, dove poco dopo ci ha raggiunto anche Simay, la responsabile di Grace.
Abbiamo preso la metro e siamo andate alla stazione di polizia per ritirare il permesso di soggiorno. Non so perché ma questa cosa mi ha reso felice, mi ha fatto sentire più... Turca.
Poi io, Grace e Nathalie abbiamo preso la metro e siamo tornate a Kızlay, da lì sono andata a casa a piedi: c'era un bel sole e non mi andava di prendere un taxi, e sono riuscita ad orientarmi benissimo!

A casa ho avuto un attimo di sconforto: c'erano stati altri problemi con la valigia e probabilmente non saremmo riusciti a risolverli prima del 15, ergo la mia valigia sarebbe stata rispedita a Napoli. Per fortuna mamma ha chiamato l'ufficio di Istanbul e ha risolto il problema!
Siamo poi uscite insieme per andare a fotocopiare il visto e il timbro con la data d'ingresso in Turchia (sempre per la valigia) e ne abbiamo approfittato per passare un po' di tempo insieme, sto instaurando un bellissimo legame con lei!
Mentre tornavamo a casa ci siamo fermate a fare delle compere, e mi ha regalato questi dolcissimi calzini per la casa!



E' stato davvero dolcissima!
Per concludere in bellezza, abbiamo mangiato un buonissimo e, ahimé, ipercaloricissimo waffel, con tanto di nutella e fragole (abbinamento strano ma delizioso)




Ma la cosa che più mi ha reso felice è stato sapere che lunedì io e Sayra andremo a Istanbul per sei giorni: tre li passeremo dalla nonna nella parte europea, e tre dalla zia nella parte asiatica (o forse era il contrario, non mi ricordo)
Sono emozionatissima e troppo, troppo felice, anche perché oggi mamma mi ha fatto vedere qualche foto di alcune cose che andremo a visitare e... Sono davvero rimasta senza parole!
Devo fotografare ogni singola cosa, non mi sfuggirò niente!

Beh, che dire, qui sono davvero felice, ogni giorno di più! E anche con la lingua non sta andando male! :)
Prossima tappa: ISTANBUL!!


















mercoledì 9 ottobre 2013

En güzel deniz - Nazim Hikmet

Quando sono arrivata qui, come ho scritto anche nel post precedente, conoscevo tre o quattro parole di turco, più una serie di cose che tentavo invano di ricordare.
Tra me e questa lingua non è stato amore a prima vista, anzi: la trovavo poco musicale, molto dura, non riuscivo ad apprezzare quei suoni gutturali così frequenti e  tutte la parole mi sembravano identiche. Non mi riusciva facile imparare.
Piano piano però, ho iniziato a sentire una sorta di musicalità nel turco, una sua armonia molto particolare, soprattutto nella formulazione di domande, che alle mie orecchie suonano come vere e proprie litanie. 
E ora devo dire che questa lingua così diversa mi sta iniziando proprio a piacere, anche se mi risulta ancora molto difficile declinare le parole e non sempre riesco ad aggiungere tutti i prefissi e/o suffissi in modo corretto; ma ci sto lavorando su! :)

Per tornare all'argomento principale del post -facilmente comprensibile, basta leggere il titolo-, l'anno scorso a scuola studiammo "Il più bello dei mari" di Nazim Hikmet, poeta turco vissuto nella prima metà del '900.
Questa poesia mi piacque tantissimo, tanto che chiesi a mamma di comprare la raccolta "poesie d'amore" dello stesso autore, che purtroppo ho dimenticato a casa (ho tutte le intenzioni di ricomprarla in lingua originale), per cui, una volta arrivata qui, è stato impossibile per me non cercarla in turco, ed eccola qui!

Nazim Hikmet - En güzel deniz

En güzel deniz: 
Henüz gidilmemiş olanıdır.
En güzel çocuk:
Henüz büyümedi.
En güzel günlerimiz:
Henüz yaşamadıklarımız.
Ve sana söylemek istediğim en güzel söz:
Henüz söylememiş olduğum sözdür...


Nazim Hikmet - Il più bello dei mari 

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.


martedì 8 ottobre 2013

Birinci ay (primo mese)

Finalmente ho un po' di tempo per scrivere, ma solo perché in questi giorni non mi sento bene e quindi non sto andando a scuola.
Allora, due giorni fa è passato il mio primo mese, il primo mese di questa fantastica avventura che continua a cambiarmi giorno dopo giorno.
E' trascorso un mese da quando, una calda mattina d'inizio settembre, ho messo piede su quell'aereo diretto a Istanbul, tante speranze e qualche lacrimuccia, ed eccomi qui, trentadue giorni dopo, a casa mia.
Ho tantissime cose da raccontare, tante idee che si agitando nella mente, ma cercherò di procedere con ordine.


LA LINGUA
Il primo ostacolo che incontri, forse il più difficile da superare.
Per quanto riguarda il turco, questo non ha molte eccezioni ma è una lingua agglutinante, per cui alla radice della parola si aggiungono prefissi e suffissi per esprimere le diverse categorie grammaticali, il che rende quasi tutto -almeno per me che sono agli inizi- un'eccezione.
La grammatica è molto complessa, ci sono continui fenomeni fonetici e a volte, a causa dell'aggiunti di suffissi e prefissi qua e là, le parole diventano davvero lunghe: magari conosco la parola di base ma faccio fatica a capire perché ci aggiungono 2048204 cose prima e dopo.
Ma sto studiando e provo a parlarlo quanto più posso, anche se a volte invento, confondo e compongo frasi prive di senso -"ben okumak seviyorum" (mi piace leggere) è diventato "ben oturmak seviyorum" (mi piace sedermi)-
Tuttavia, mi cimento in questa lingua complicata ma al contempo sempre più affascinante e spero di imparare il prima possibile!

Ci sono stati dei progressi, ne sono consapevole: quando sono arrivata qui conoscevo tre o quattro parole e non capivo assolutamente nulla, ora capisco qualcosina, se le persone si rivolgono a me e parlano piano riesco spesso a comprendere e so formulare delle frasi semplici, ora mi sto cimentando con l'uso del passato e del futuro!
Spero tanto di riuscire ad imparare quanto più è possibile, è una lingua davvero bella e non escludo di poterla studiare all'università.


LA FAMIGLIA

Ailem, la mia famigliola.
Sono qui da un mese, ma mi sento davvero a casa.
Forse perché, sin dal principio, ho pensato che non si trattava di una vacanza, non ero in un albergo e non sarei rimasta qui per una settimana o due: loro sono la mia altra famiglia e sarà sempre così.
Mi trattano come una figlia e come una sorella, sono dolci con me, mi chiedono di aiutare in casa, faccio esattamente quello che fanno le mie sorelle, mi coccolano, non mi limitano in niente e mi hanno già invitato a trascorrere con loro parte delle vacanze estive!
Nono conoscono una parola di inglese (questa cosa è motlo frequente qui in Turchia) ma questa cosa mi fa piacere, è un incentivo ad imparare più in fretta! :)
Ieri è arrivato, finalmente, babam (il mio babbo) e già ci comportiamo come padre e figlia, è molto dolce con me e si preoccupa un sacco, soprattutto per la mia salute di questi giorni.

Ora, per esempio, siamo tutti in salotto a guardare un equivalente di "The voice" in turco e devo dire che sembriamo la famiglia perfetta! :D


GLI AMICI

Concludo questo post parlando dei miei dolcissimi, simpaticissimi, ma soprattutto pazientissimi arkadaşlar! 
Qui sono tutti super ospitali e super amichevoli, ti coinvolgono in ogni cosa e si fanno in quattro affinché tu stia bene e ti senta a casa. Spendono ogni momento libero per portarmi in giro per Ankara e farmi vedere ogni angolo della città, si impegnano per aiutarmi con la lingua, mi comprano libri per bambini e spendono le pause delle lezioni per insegnarmi la lingua o anche solo per chiacchierare con me.
Questa cosa mi ha davvero sorpreso, mai avrei pensato di ricevere una simile accoglienza!
Un bel rapporto si è stretto anche con gli altri ragazzi di AFS che sono qui ad Ankara: tra gli AFSers c'è una complicità particolare: stiamo vivendo tutti la stessa esperienza, anche se ovviamente in modi diversi, e c'è sempre qualche emozione comune, provata e condivisa da tutti, qualche sentimento, qualche sensazione che ci accomuna.
Siamo un po' come una grande famiglia, e passare il tempo con loro e davvero divertente!

Beh, ora torno al mio programma turchino, spero di riuscire ad aggiornare presto il blog, ho ancora tantissimo da raccontare, la Turchia non smette mai di sorprendere! :)


Io (e la mia solita faccia) immersa in un mare di dolcissimi
Frappuccini e Milkshake by Strabucks, senza dimenticare
ovviamente la torta agli Oreo! :D

Tralasciando la mia espressione (occhi rigorosamente chiusi)
eccomi insieme ad alcune delle altre AFSers che sono qui ad Ankara! :)


venerdì 4 ottobre 2013

La mia Turchia



La mia Turchia.

Stamattina mi sono svegliata e faceva freddo, un freddo pungente che penetrava nelle ossa, fuori tirava un vento gelido e il cielo era nero e gonfio di pioggia, era la tipica giornata da "cioccolata calda e coperte".

Eppure mi sono alzata dal letto, mi sono vestita, ho fatto colazione e sono andata scuola, e ho sentito caldo.

Ho sentito caldo dentro perché la mia Turchia è calda.
Ho sentito caldo perché la mia Turchia è la mia casa.
Ho sentito caldo perché sono circondata dall'affetto di tutte le persone che qui mi conoscono da meno da un mese, come se decine di braccia mi stringessero perché "Bugün Ankara çok soğuk"
Ho sentito caldo perché ho riso tanto, ho riso davvero e la mia risata mi ha riscaldata tutta.
Ho sentito caldo perché mia mamma mi ha abbracciato e mi ha detto "basta studiare, è l'ora di fare skype con Francesco"

La mia Turchia è il paese del the a casa, seduti a terra sul tappeto intorno al tavolo, è il paese dei pomeriggi passati a ridere e scherzare con la propria famiglia, riuscendo a comunicare nonostante il problema della lingua, è il paese delle coccole e della dolcezza, delle risate e dell'allegria.
Non importa quanto freddò può fare, la mia Turchia è sempre calda dentro, sempre.