Tra me e questa lingua non è stato amore a prima vista, anzi: la trovavo poco musicale, molto dura, non riuscivo ad apprezzare quei suoni gutturali così frequenti e tutte la parole mi sembravano identiche. Non mi riusciva facile imparare.
Piano piano però, ho iniziato a sentire una sorta di musicalità nel turco, una sua armonia molto particolare, soprattutto nella formulazione di domande, che alle mie orecchie suonano come vere e proprie litanie.
E ora devo dire che questa lingua così diversa mi sta iniziando proprio a piacere, anche se mi risulta ancora molto difficile declinare le parole e non sempre riesco ad aggiungere tutti i prefissi e/o suffissi in modo corretto; ma ci sto lavorando su! :)
Per tornare all'argomento principale del post -facilmente comprensibile, basta leggere il titolo-, l'anno scorso a scuola studiammo "Il più bello dei mari" di Nazim Hikmet, poeta turco vissuto nella prima metà del '900.
Questa poesia mi piacque tantissimo, tanto che chiesi a mamma di comprare la raccolta "poesie d'amore" dello stesso autore, che purtroppo ho dimenticato a casa (ho tutte le intenzioni di ricomprarla in lingua originale), per cui, una volta arrivata qui, è stato impossibile per me non cercarla in turco, ed eccola qui!
Nazim Hikmet - En güzel deniz
En güzel deniz:
En güzel çocuk:
Henüz büyümedi.
En güzel günlerimiz:
Henüz yaşamadıklarımız.
Ve sana söylemek istediğim en güzel söz:
Henüz söylememiş olduğum sözdür...
Nazim Hikmet - Il più bello dei mari
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.
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