domenica 24 novembre 2013

Giornate frenetiche

Il titolo spiega la mia scarsa attività nell'aggiornare il blog, sto vivendo delle giornate piene, cercando di godere al massimo di questi ultimi giorni che mi restano, e la sera torno a casadistrutta, spesso avendo qualcosa da fare.
However, ecco un aggiornamento degli ultimi giorni.


Domenica 17:
ho incontrato la mia counsellor per parlare del tanto NON atteso rientro in Italia.

Mi ha detto che sarà difficile, che mi sentirò sola e fuori posto, e tutta una serie di cose che già sapevo ma che, ovviamente, mi hanno fatto sentire ancora più triste. Perché deve finire?


Lunedì 18:

sono andata con Ece e Tuana a giocare a Guitar Hero (sì, qui ci sono dei locali appositi dove poter giocare a playstation), ma prima, ovviamente, non poteva mancare la tappa da Burger King! Lì, mentre mangiavamo, mi hanno chiesto di insegnare loro alcune parolacce in napoletano, ed è allora che Tuana ha trasformato il mio "it means also" (non ricordo di quale parola parlavo in particolare) in "misoso", convinta che fosse una parola italiana e io che, allibita, la guardavo senza capire, convinta di aver dimenticato l'Italiano! Per fortuna poi Ece ha capito, e allora abbiamo iniziato a ridere tutte e tre, ed è stato bellissimo: erano mesi che non ridevo così sinceramente!
Poi, dopo aver giocato a Guitar Hero, Tuana è andata a lezione ed Ece doveva incontrarsi con un'amica, quindi io ho passeggiato un po' per il centro e poi sono tornata a casa.


Martedì 19:

 ho incontrato Franzi per i soliti quattro thé e una zuppa al nostro bar preferito: un posto un po' reggae e alternativo con il proprietario che è davvero componente! Abbiamo imparato a giocare a Tavla (Backgammon) e ci siamo davvero rilassate e divertite. Mi mancherà tantissimo la mia piccola amica tedesca, la mia soulmate, abbiamo davvero tanto in comune! 


Mercoledì 20:

meeting con gli altri AFSers! :D
Siamo andati in un locale molto carino dove abbiamo giocato a biliardo, è stato divertentissimo, abbiamo riso da morire, soprattutto per la mia incapacità e per le mosse assurde di Franzi (che non sapeva giocare ma faceva delle cose divertentissime)


Giovedì 21:

altra giornata comica!
Il giovedì abbiamo due lezioni consecutive di lingua, e io ed Ece qui studiamo francese, per cui siamo insieme. La professoressa è un tipo assurdo, simpatica ma di francese non sa una mazza! Comunque io ed Ece abbiamo passato due ore a giocare a stardoll, a dire stupidaggini quali "misoso" e "Peagles" (Ece era convinta che fosse il vero nome degli Eagles), a fare foto idiote e a ridere per la pronuncia della prof (anche lei mi ha detto che sono brava con le imitazioni!)
Dopo scuola siamo andate anche insieme alle altre a Ulus, un quartiere brutto ma dove si trovano due musei che abbiamo visitato, poi, ovviamente, tappa da Burger King dove abbiamo (s)parlato di alcuni nostri compagni di classe, divertendoci un sacco!


Venerdì 22:

Dopo scuola sono andata a fare un po' di acquisti per i miei amici italiani e poi sono tornata a casa perché la sera sarei dovuta andare a cena con la mia prof d'inglese e la sua famiglia. Ma ad attendermi a casa c'era una cattiva notizia: AFS ha organizzato un campo ad Istanbul e invece ti partire da Ankara sabato partiremo giovedì all'alba. So che tre giorni non sono tanti, ma in questi casi fanno la differenza eccome!
Superato il primo momento di panico e lacrime ho mandato un messaggio alla mia volontaria, che mi ha richiamata spiegandomi tutto e cercando di farmi vedere le cose nella maniera più semplice possibile. La mia famiglia ha anche chiamato Intercultura per provare a farmi rimanere fino a sabato, ma non c'è stato niente da fare.
La cena con la prof e la famiglia è stata davvero carina: sia il marito che la figlia conoscono l'inglese, ed è stato davvero bello che, per non farmi sentire a disagio, abbiamo parlato inglese anche fra di loro anziché turco, l'ho apprezzato molto!
Dopo la cena io e la prof siamo andate a fare un giro a Bahçelievler e lei dopo mi ha riaccompagnato a casa, non prima di avermi dato un regalino delizioso: un portachiavi e un braccialetto fatto da lei, è stata davvero dolcissima!

Sabato 23:
Ho passato tutta la giornata con Sayra.
La mattina siamo andate alle sue lezioni, dove siamo rimaste fino alle 7 più o meno (è stato un po' noioso perché non avevo molto da fare, ma è stato comunque carino salutare i suoi amici), poi siamo andate ad una festa di alcuni suoi amici, e lì mi sono davvero divertita!
C'era un suo amico, Fatih, che non conosceva l'inglese, ma nonostante tutto abbiamo parlato un sacco in turco (cioè, io in pseudo-turco) di un sacco di cose! Poi c'erano alcuni ragazzi che conoscevano l'inglese, in particolare uno che studia teatro e che conosceva tantissimi giochi di magia, mi sono davvero davvero divertita, anche se sono tornata a casa distrutta: ho parlato turco per tutto il giorno!


Vi lascio con un po' di foto, presto cercherò di aggiornate e postare qualcosina, a presto! :)

Me e la famiglia della mia insegnate!



La festa a sorpresa per Nathalie, organizzata dalla sua famiglia!


Insieme a Nathalie, Franzi e Grace nel nostro bar preferito, Araftafaray!




Insieme a Franzi e Diego ad Ankamall


                         
Insieme a Melanie, Diego e Franzi a giocare a biliardo!


Ahahahah un mio (disperato) tentativo di giocare a biliardo :')


martedì 19 novembre 2013

Propositi per il post-rientro

Il tempo vola, come sempre troppo velocemente, e il mio non tanto desiderato rientro si riavvicina.
Di solito non faccio propositi, almeno non a Capodanno, quando si stila una lista kilometrica di tutto ciò che si vorrebbe fare o diventare, e poi puntualmente non si riesce a realizzare neanche la metà di ciò che ci si propone, ma in quest'occasione ho deciso di segnare alcune cose che vorrei fare una volta tornata.
(Non so se ho scritto in maniera corretta ma, davvero, ultimamente noto di avere qualche difficoltà con l'Italiano).

Propositi per il post-rientro:

1- Andare bene a scuola. Non che prima di partire andassi male, ma voglio recuperare presto e bene e rimettermi subito in carreggiata; 

2- Continuare recitazione, ne ho assolutamente bisogno;

3- Studiare turco. Sto facendo tanto per impararlo e non voglio perderlo, e poi probabilmente tornerò qui quest'estate e la mia famiglia non parla inglese, quindi ne ho bisogno. Li sorprenderò!

4- Fare uno sport (non appena mi organizzo e mi riambiento);

5- "improving my English" tramite film, libri, musica...

6- Iscriversi a scuola guida, anche questo verso gennaio;

7- Creare un album che ricordi quest'esperienza;

8- Diventare volontaria AFS;

9-Imparare a leggere l'Arabo.

Se dovesse aggiungersi qualche altra cosa la scriverò! :)

Oppressione.

Non aggiorno il blog da parecchio, non tanto per mancanza di tempo, ma probabilmente perché scrivere qui mi fa pensare a quanto poco manchi ormai.
La mia esperienza è agli sgoccioli e non ho davvero voglia di tornare: non perché qui non sia difficile o perché non abbia problemi, ribadisco che questa non è una vacanza, ma perché ho costruito un mio equilibrio che calza a pennello, e l'idea di dover tornare in Italia certo non mi alletta.
Non è tanto la nostalgia a spaventarmi, qui ho costruito legami solidi che spero vivamente perdurino nel tempo, quanto la sensazione di spaesamento che proverò una volta tornata, nel capire che sì, la vita è la stessa, così come le persone e le abitudini, ma ad essere cambiata sono io, e riuscirò ad adattarmi a tutto questo?
"Poi, tutto torna come prima, ma non è più la stessa cosa"  mai vi fu frase migliore per descrivere come mi sento ormai da diciannove giorni a questa parte.

Sento di essere cambiata tanto e nel profondo, non saprei dire in cosa ma è come se mi stessi riscoprendo, come se stessi conoscendo una nuova me, e questo mi spaventa perché non posso prevedere come reagirò a quello che fra due settimane succederà.
Catapultata in una realtà ben nota ma al contempo estranea, insieme a persone che conosco da anni ma che forse ai miei occhi appariranno come sconosciuti, con una forte nostalgia di quello che ho qui.
Quello che sono diventata, la persona che sono ora, dovrà adattarsi in poco tempo alla vecchia vita, tutto questo mi lascia solo un senso di tristezza ed oppressione continuo.
E' un viaggio verso l'ignoto, più che un ritorno a casa. Un ignoto ben noto però (scusate il gioco di parole), una quotidianità sconosciuta con cui fare i conti.

"Poi, tutto torna come, ma non è più la stessa cosa"

giovedì 7 novembre 2013

English test

Oggi ho fatto il test d'inglese, voto: 89/100 :)
Sono contenta anche perché era uno di quegli odiosi test con tutte quelle odiose eccezioni grammaticali, di cui non sempre tieni conto nel parlato. L'insegnante è stata altrettanto contenta, ma visto che AFS Italia vuole i miei voti e che nelle altre prove questi si aggireranno intorno allo zero, mi ha detto che vuole mettermi 100 e che quindi devo preparare un progetto in inglese su un argomento a mia scelta. Non so davvero che fare: ho già due progetti da fare in turco su Dante e su Napoli, e oggi sono a corto di idee.
Dopo scuola sono andata un po' in centro da sola, avevo voglia di camminare e volevo comprare qualcosina: ho comprato due regali e un libro in inglese per me, "To the lighthouse" di Virgina Woolf. Vorrei iniziare a leggere qualcosa in inglese ma non mi andava di comprare libri stupidi, per cui ho scelto un libro di una scrittrice alla quale sono sempre stata interessata, spero proprio di riuscire a leggerlo!
Tornata a casa ho finalmente avuto qualche notizia sulla mia cara valigia -che spero arrivi prima che io debba tornare!- e poi a cena una bella chiacchierata con la mia famiglia sulla religione: vorrei approfondire la questione, la religione musulmana mi interessa davvero tanto!
Domani ho il compito di geometria, non nutro alcuna speranza ma cosa posso farci, è una materia che non mi appartiene e studiare cose difficili senza spiegazione alcuna è piuttosto complicato, recupererò una volta tonata!
Türkiye'den öpüçükler! :)

mercoledì 6 novembre 2013

Pomeriggi così...

Breve post serale, aspettando Francesco su skype e cercando in tutti i modi possibili di non studiare inglese.

Oggi, dopo una lunga giornata di scuola passata tra tentativi -falliti- di capire geometria, compiti per la scuola italiana, lettura de "La peste" di Camus e tante, tante chiacchiere con le mie super amiche, sono andata insieme agli altri exchange students all'ufficio Intercultura per prelevare i soldi mensili.
Poiché avevamo un po' di tempo dopo, siamo andati a Tunalı, un bel quartiere molto vicino a Kızılay, dove ho bevuto un frappè (indovinate un po'? Panna e fragole ovviamente!) in un bar che si trova proprio sotto D&R (un negozio a dir poco stupendo che vende libri/cd e simili) perché Melanie voleva cercare un buon violino da comprare. Ovviamente mi sono persa nel contemplare tutti quei gadgets adorabili, tra un po' inizieranno le spese pre-partenza, giusto per tirarmi un po' su di morale!
Poi siamo andati nello stesso bar di sabato (festa di Halloween e successivo meeting con volontari e studenti provenienti anche da alcune città vicine) a giocare a biliardino: ho perso contro Franzi e vinto contro Grace, ovviamente sono alquanto scarsa!
Io e Franzi abbiamo poi condiviso una birra e parlato un po' anche con Diego delle Cattolicesimo e del Protestantesimo, çok güzel, mi piace sapere cosa pensano gli altri riguardo questi argomenti!
Verso le 18.30 abbiamo preso un super-iper-arci affollato bus che ci ha portati in Kızılay e da lì sono tornata a casa a piedi, così mi sento meno in colpa quando mangio come un maialino!
Una volta a casa ho finito di tradurre la versione di latino e poi DOVREI studiare inglese, perché domani ho uno stupido e pallosissimo test di grammatica a cui però devo andare bene perché sarà l'unico voto superiore all'UNO che prenderò, YAY!
Quindi sono costretta a chiudere il pc e aprire i libri e speriamo bene!


lunedì 4 novembre 2013

Bilmiyorum.

Bilmiyorum, non lo so.
Può essere "nono lo so" annoverato fra gli stati d'animo? Di nuovo non so, ma di certo questo è il sintagma che meglio descrive il mio essere in questi giorni.
Sono felice?
Sono triste?
Sono confusa?
Non lo so.
Però sento di essere tante cose, ho una miriade di emozioni che mi si agitano dentro e non riesco a fare ordine.

Oggi sono 59 giorni e il tempo sta decisamente volando.
Insomma, un mese e sarò di nuovo in Italia, nella mia altra casa.
Da una parte sono contenta di vedere quelle persone che tanto mi mancano, ma dall'altra non riesco nemmeno a pensare a come sarà vivere in una casa grande, senza la musica turca a tutte le ore, senza le chiacchierate in uno pseudo-turco con la mia famiglia, senza le coccole di mamma e la dolcezza delle mie sorelle, senza i miei compagni di classe, senza i discorsi metà in inglese e metà in turco durante le pause delle lezioni, senza le passeggiate per la città solo per scoprire e assaporare ogni sfumatura di questo paese, senza la mia Turchia.
E questo pensiero un po' mi blocca, impedendomi di vivere al meglio questo mio ultimo mese e di godere appieno di ogni istante.

lunedì 28 ottobre 2013

Neden Türkiye?

Sulla Turchia non si sa molto.
O comunque si sa di meno di quel che si dovrebbe sapere.
O forse anche si sapesse tutto bisognerebbe venire qui e vedere, e allora ci si innamorerebbe di questo paese senza neanche sapere perché.
Ma io, in questo post, voglio provare a riordinare le idee e ad elencare qualche ragione per la quale visitare questo pese, ne vale davvero la pena!

-Le persone sono super amichevoli, disponibili, socievoli, gentili, educate, simpatiche, adorabili, generose e tanti altri aggettivi dolci e carini. Fanno di tutto per farti sentire a casa, -proprio oggi una mia compagna di classe mi ha detto "sei una di noi"- si preoccupano per te e la loro maggiore preoccupazione è che tu stia bene e che ti senta a tuo agio.
Ti portano in girò a visitare qualsiasi cosa, ti chiedono cosa ti piacere fare e lo fanno e se ti vedono un po' giù di corda danno il 110% affinché tu ti senta bene;

-il cibo è semplicemente  d e l i z i o s o! Può sembrare una cosa stupida, ma credo che non sia facilissimo vivere per un periodo relativamente lungo in un luogo dove non si mangia bene. Ecco, io qui in quasi due mesi ho trovato solo una cosa che non mi piace (pasta con lo yogurt) ma per il resto sto mangiando da vero porcello (quando torno in Italia dieta e sport, promesso!). Si trova di tutto: pesce, carne, verdure, pasta, riso, dolci, the, delizioso caffè turco, spezie, frutta... Insomma, ce n'è per tutti i gusti! 
E un'altra cosa bella è che puoi mangiare molto e bene spendendo davvero poco!

-La Turchia è un paese bellissimo, sia dal punto di vista artistico che paesaggistico. Ovviamente non ovunque (Ankara, ad esempio, non è molto bella come città, ma ha comunque alcuni musei che vale pena visitare e la parte vecchia che è davvero interessante), ma ci sono alcuni luoghi che sono davvero mozzafiato, città dove le varie epoche storiche e i vari periodi artistici si mescolano fra loro, luoghi davvero particolari... C'è davvero tanto da vedere!

-In Turchia le varie culture si incastrano come in nessun altro luogo, a una cultura di tipo orientaleggiante se ne aggiunge una orientale, e tutto è perfettamente in armonia, un po' il centro del mondo!


Sicuramente ci saranno altri 24082048 motivi che ora mi sfuggono (sono appena sopravvissuta a un intenso pomeriggio all'insegna della trigonometria dopotutto), ma davvero, è un paese che colpisce e che lascia il senso, in senso pienamente positivo!
Prima di partire anch'io ne sapevo poco e purtroppo condividevo alcuni pregiudizi stupidi e insensati: credevo che la Turchia fosse un paese un po' arretrato e ero un po' preoccupata dalla religione (che ora trovo estremamente interessante), ma mi sono ricreduta alla grande!

La Turchia è una pese magico, e io sono seriamente convinta che ci sia una sorta di polverina sparsa qua e là che porti le persone ad innamorarsi di questo posto (sì, probabilmente sono da ricovero, sempre colpa della trigonometria)!



Her gün Türkiye'yi daha çok seviyorum :)


...E' solo l'inizio.

"Cara Carlotta,
Sei ormai arrivata verso la fine della tua esperienza in Turchia con Intercultura"

Questo è l'inizio di un'e-mail che ho trovato oggi, appena arrivata a casa dopo scuola.
Il resto poco conta, ma questa frase iniziale è valsa per me più di mille parole.
Sono un altro mese, poi sarò in Italia.
Solo un altro mese e dovrò salutare la mia famiglia e i miei amici.
Solo un altro mese.
Un altro mese.

Ho sentito una fitta allo stomaco, chi avrebbe mai immaginato che il tempo sarebbe volato così velocemente!
Questa mail mi ha un po' rattristato, per cui oggi, mentre eravamo tutti in cucina a bere il the e a mangiare dolci, non mi veniva così tanto di sorridere: nella famiglia che allegramente scherzava riuscivo solo a vedere la data della mia partenza che si avvicinava.
Ovviamente la mia mamma si è accorta -come ogni mamma dopotutto- del mio abbattimento e mi ha chiesto cosa avessi.
Le ho risposto che AFS mi aveva mandato un'e-mail con scritto che tra un mese sarei tornata a casa, ma io non volevo andare via.
Lei e Sayra mi hanno abbracciato forte, rassicurandomi che ci saremmo riviste, che sarei tornata, che potevo stare "un po' qua e un po' là".
Sono stata felice, mi sono sentita a casa, ancora una volta.

E allora ho pensato che alla fine non andrò mai realmente via da questo paese, che devo ritenermi fortunata ora che ho due case e due famiglie.
Mi mancherà tutto della Turchia: l'odore di the e spezie che pervade le strade, il brusio delle persone che indaffarate corrono qua e là per Ankara, le bancarelle in mezzo alla strada che vendono di tutto, i tassisti che ogni volta diventano miei amici, le strade super affollate, i semafori che nessuno rispetta, il cibo (tranne la pasta con lo yogurt!), il calore, il sole tiepido d'autunno che mi riscalda durante le pause nel cortile della scuola, l'amalgama perfetto tra le mille culture e tradizioni che questo paese accoglie, e potrei continuare davvero per ore, ma so che qui troverò sempre una casa pronta ad accogliermi, una famiglia e degli amici che mi vogliono bene, una vita da vivere.
E anche se un po' di malinconia resta sempre -prevedo lacrime il giorno della partenza per il Belgio- dopotutto lo so:
Questa non è la fine, è solo l'inizio.


... A metà ...



lunedì 21 ottobre 2013

Intercultura, incontri che cambiano il mondo.

"Intercultura, incontri che cambiano il mondo"

è più o meno un anno, dai mitici tempi delle selezioni, che leggo questa frase un po' ovunque: mi aveva sempre affascinato moltissimo, ma sentivo di non averla mai capita realmente, non fino ad oggi almeno.

Oggi, appunto, ero sola a casa e ho iniziato a parlare tra me e me, immaginando di dover raccontare la mia esperienza durante questi 45 giorni (ahimè, come vola il tempo!)
Mi sono ritrovata a parlare  per non so quanto tempo, un fiume incessante di parole scorreva impetuoso e, ovviamente, mi sono anche commossa!
A un certo punto ho iniziato a pensare alla scritta "Incontri che cambiano il mondo" che tanto mi aveva attratto: quale mondo cambia? Come fa a cambiare? Da cosa te ne accorgi?

Ecco, io credo che per cambiare il mondo bisogni partire dalle piccole cose, quelle che ci sono più vicine. E cosa ci è più vicino se non... Noi stessi? (il mio scrivere è in netto peggioramento, ogni giorno me ne rendo conto sempre di più)
E forse proprio questo che porta noi exchange a "cambiare il mondo": noi cambiamo, durante la nostra esperienza, che sia un mese o che sia un anno, noi cambiamo. 
Perché un'esperienza del genere, se vissuta intensamente, con lo spirito giusto, con coraggio, con la voglia di superare anche i momenti più bui, ti cambia nel profondo, e lo sto provando sulla mia pelle.

Quando ho deciso di partire, l'ho fatto soprattutto perché volevo cambiare aria, so che non è bello da dire, ma avevo voglia di evadere, di evitare una serie di problemi che avevo e che non riuscivo a risolvere, di passare un po' di tempo in un paese "straniero" con gente nuova, per pensare un po' a me.
Poi mi sono ritrovata qui, nella MIA Turchia, a casa con la MIA famiglia, a vivere l'esperienza più intensa della mia vita. Qui sto affrontando tutti i problemi (o quasi), sto crescendo, sto superando tantissime barriere che avevo e che, a volte, mi creavano problemi.
Sento che il mio mondo sta cambiando: prima avevo paura di affrontare un sacco di situazioni, ero troppo legata alla mia realtà, i cambiamenti mi terrorizzavano e ancor di più mi spaventava l'idea di viaggiare; non l'idea di andare in vacanza, ma quella di "viaggiare" nel vero senso della parola: immergersi totalmente in un altro mondo, mettere in discussione anche quelli che si credevano essere i pilastri della propria vita, le maggiori credenze, quelle che si pensa non cambieranno mai.
METTERE SE STESSI IN DISCUSSIONE.
CAMBIARE IL PROPRIO MONDO.

Ecco, è "tutto" qui: avere il coraggio di cambiare in tutto e per tutto, di sfidarsi, di vincere i propri limiti, avere il coraggio di provare, di perdersi per poi ritrovarsi, di sparire del tutto solo per ritornare ad essere.
Ed è questo che AFS mi sta regalando: l'opportunità di cambiare e di migliorare il MIO mondo, di ampliarlo, di allargarne gli orizzonti, per poi poter cambiare il mondo.

Intercultura. Sono davvero incontri che cambiano il mondo!


-Perché forse in fondo è vero che per essere capaci di vedere cosa siamo dobbiamo allontanarci e poi guardarci da lontano-
                                                                                
                                                                                                                                          -D. Silvestri

sabato 12 ottobre 2013

Mutluk! :)

Mutluk: felicità!

Sì, felicità, perché ieri sono successe tante piccole cose che hanno reso la mia giornata decisamente mutlu!

Sono arrivata per la prima volta in orario a scuola, ma solo perché io ed Efe eravamo così in ritardo da aver preso il dolmuş (si tratta di minibus, sono molto usati in Turchia)!
Appena entrata in classe -ben 5 minuti prima dell'inizio delle lezioni, record!- ricevo una chiamata da un numero turco sconosciuto: era Grace, la ragazza Thailandese, che mi ha comunicato che saremmo uscite prima da scuola perché dovevamo andare a ritirare il permesso di soggiorno. Un po' ci sono rimasta male visto che le ultime due lezioni erano arte e inglese, ma pazienza...

Durante la seconda pausa, la mia amica Ecehan mi si avvicina e mi porge una delizioso quadernino di Istanbul, quelli piccoli con la copertina rigida, tipo agendine, e mi dice "yesterday you told me that you like these things, so this is for you"
Sorpresa, meraviglia, incredulità, felicità.
So che può sembrare una sciocchezza, però per me è stata una vera dimostrazione d'affetto, per cui, dopo aver urlato "Aaaaaaaaah teşekkür ederiiiim" le ho buttato le braccia al collo. E mi mancava un abbraccio così spontaneo!




La giornata è volata: ho passato le ore restanti a scrivere sul mio nuovo compagno di viaggio, poi nell'ora di letteratura abbiamo organizzato una piccola festa, e ho anche capito alcune cose che il prof mi ha detto!
Nella pausa pranzo sono andata in classe di Grace e mentre lei preparava lo zaino ho parlato con alcune sue amiche, che mi hanno fatto i complimenti per la lingua! :D
Siamo poi andate a Kızlay: Grace voleva fare una ricarica e così ci siamo buttate in quest'altra avventura! Non so come, ma sono riuscita a parlare uno pseudo-turco con la commessa della Turkcell, io che a Napoli vago per ore pur di non chiedere informazioni!
A Kızlay abbiamo aspettato Nathalie e poi siamo andate a mangiare da Burger King, dove poco dopo ci ha raggiunto anche Simay, la responsabile di Grace.
Abbiamo preso la metro e siamo andate alla stazione di polizia per ritirare il permesso di soggiorno. Non so perché ma questa cosa mi ha reso felice, mi ha fatto sentire più... Turca.
Poi io, Grace e Nathalie abbiamo preso la metro e siamo tornate a Kızlay, da lì sono andata a casa a piedi: c'era un bel sole e non mi andava di prendere un taxi, e sono riuscita ad orientarmi benissimo!

A casa ho avuto un attimo di sconforto: c'erano stati altri problemi con la valigia e probabilmente non saremmo riusciti a risolverli prima del 15, ergo la mia valigia sarebbe stata rispedita a Napoli. Per fortuna mamma ha chiamato l'ufficio di Istanbul e ha risolto il problema!
Siamo poi uscite insieme per andare a fotocopiare il visto e il timbro con la data d'ingresso in Turchia (sempre per la valigia) e ne abbiamo approfittato per passare un po' di tempo insieme, sto instaurando un bellissimo legame con lei!
Mentre tornavamo a casa ci siamo fermate a fare delle compere, e mi ha regalato questi dolcissimi calzini per la casa!



E' stato davvero dolcissima!
Per concludere in bellezza, abbiamo mangiato un buonissimo e, ahimé, ipercaloricissimo waffel, con tanto di nutella e fragole (abbinamento strano ma delizioso)




Ma la cosa che più mi ha reso felice è stato sapere che lunedì io e Sayra andremo a Istanbul per sei giorni: tre li passeremo dalla nonna nella parte europea, e tre dalla zia nella parte asiatica (o forse era il contrario, non mi ricordo)
Sono emozionatissima e troppo, troppo felice, anche perché oggi mamma mi ha fatto vedere qualche foto di alcune cose che andremo a visitare e... Sono davvero rimasta senza parole!
Devo fotografare ogni singola cosa, non mi sfuggirò niente!

Beh, che dire, qui sono davvero felice, ogni giorno di più! E anche con la lingua non sta andando male! :)
Prossima tappa: ISTANBUL!!


















mercoledì 9 ottobre 2013

En güzel deniz - Nazim Hikmet

Quando sono arrivata qui, come ho scritto anche nel post precedente, conoscevo tre o quattro parole di turco, più una serie di cose che tentavo invano di ricordare.
Tra me e questa lingua non è stato amore a prima vista, anzi: la trovavo poco musicale, molto dura, non riuscivo ad apprezzare quei suoni gutturali così frequenti e  tutte la parole mi sembravano identiche. Non mi riusciva facile imparare.
Piano piano però, ho iniziato a sentire una sorta di musicalità nel turco, una sua armonia molto particolare, soprattutto nella formulazione di domande, che alle mie orecchie suonano come vere e proprie litanie. 
E ora devo dire che questa lingua così diversa mi sta iniziando proprio a piacere, anche se mi risulta ancora molto difficile declinare le parole e non sempre riesco ad aggiungere tutti i prefissi e/o suffissi in modo corretto; ma ci sto lavorando su! :)

Per tornare all'argomento principale del post -facilmente comprensibile, basta leggere il titolo-, l'anno scorso a scuola studiammo "Il più bello dei mari" di Nazim Hikmet, poeta turco vissuto nella prima metà del '900.
Questa poesia mi piacque tantissimo, tanto che chiesi a mamma di comprare la raccolta "poesie d'amore" dello stesso autore, che purtroppo ho dimenticato a casa (ho tutte le intenzioni di ricomprarla in lingua originale), per cui, una volta arrivata qui, è stato impossibile per me non cercarla in turco, ed eccola qui!

Nazim Hikmet - En güzel deniz

En güzel deniz: 
Henüz gidilmemiş olanıdır.
En güzel çocuk:
Henüz büyümedi.
En güzel günlerimiz:
Henüz yaşamadıklarımız.
Ve sana söylemek istediğim en güzel söz:
Henüz söylememiş olduğum sözdür...


Nazim Hikmet - Il più bello dei mari 

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.


martedì 8 ottobre 2013

Birinci ay (primo mese)

Finalmente ho un po' di tempo per scrivere, ma solo perché in questi giorni non mi sento bene e quindi non sto andando a scuola.
Allora, due giorni fa è passato il mio primo mese, il primo mese di questa fantastica avventura che continua a cambiarmi giorno dopo giorno.
E' trascorso un mese da quando, una calda mattina d'inizio settembre, ho messo piede su quell'aereo diretto a Istanbul, tante speranze e qualche lacrimuccia, ed eccomi qui, trentadue giorni dopo, a casa mia.
Ho tantissime cose da raccontare, tante idee che si agitando nella mente, ma cercherò di procedere con ordine.


LA LINGUA
Il primo ostacolo che incontri, forse il più difficile da superare.
Per quanto riguarda il turco, questo non ha molte eccezioni ma è una lingua agglutinante, per cui alla radice della parola si aggiungono prefissi e suffissi per esprimere le diverse categorie grammaticali, il che rende quasi tutto -almeno per me che sono agli inizi- un'eccezione.
La grammatica è molto complessa, ci sono continui fenomeni fonetici e a volte, a causa dell'aggiunti di suffissi e prefissi qua e là, le parole diventano davvero lunghe: magari conosco la parola di base ma faccio fatica a capire perché ci aggiungono 2048204 cose prima e dopo.
Ma sto studiando e provo a parlarlo quanto più posso, anche se a volte invento, confondo e compongo frasi prive di senso -"ben okumak seviyorum" (mi piace leggere) è diventato "ben oturmak seviyorum" (mi piace sedermi)-
Tuttavia, mi cimento in questa lingua complicata ma al contempo sempre più affascinante e spero di imparare il prima possibile!

Ci sono stati dei progressi, ne sono consapevole: quando sono arrivata qui conoscevo tre o quattro parole e non capivo assolutamente nulla, ora capisco qualcosina, se le persone si rivolgono a me e parlano piano riesco spesso a comprendere e so formulare delle frasi semplici, ora mi sto cimentando con l'uso del passato e del futuro!
Spero tanto di riuscire ad imparare quanto più è possibile, è una lingua davvero bella e non escludo di poterla studiare all'università.


LA FAMIGLIA

Ailem, la mia famigliola.
Sono qui da un mese, ma mi sento davvero a casa.
Forse perché, sin dal principio, ho pensato che non si trattava di una vacanza, non ero in un albergo e non sarei rimasta qui per una settimana o due: loro sono la mia altra famiglia e sarà sempre così.
Mi trattano come una figlia e come una sorella, sono dolci con me, mi chiedono di aiutare in casa, faccio esattamente quello che fanno le mie sorelle, mi coccolano, non mi limitano in niente e mi hanno già invitato a trascorrere con loro parte delle vacanze estive!
Nono conoscono una parola di inglese (questa cosa è motlo frequente qui in Turchia) ma questa cosa mi fa piacere, è un incentivo ad imparare più in fretta! :)
Ieri è arrivato, finalmente, babam (il mio babbo) e già ci comportiamo come padre e figlia, è molto dolce con me e si preoccupa un sacco, soprattutto per la mia salute di questi giorni.

Ora, per esempio, siamo tutti in salotto a guardare un equivalente di "The voice" in turco e devo dire che sembriamo la famiglia perfetta! :D


GLI AMICI

Concludo questo post parlando dei miei dolcissimi, simpaticissimi, ma soprattutto pazientissimi arkadaşlar! 
Qui sono tutti super ospitali e super amichevoli, ti coinvolgono in ogni cosa e si fanno in quattro affinché tu stia bene e ti senta a casa. Spendono ogni momento libero per portarmi in giro per Ankara e farmi vedere ogni angolo della città, si impegnano per aiutarmi con la lingua, mi comprano libri per bambini e spendono le pause delle lezioni per insegnarmi la lingua o anche solo per chiacchierare con me.
Questa cosa mi ha davvero sorpreso, mai avrei pensato di ricevere una simile accoglienza!
Un bel rapporto si è stretto anche con gli altri ragazzi di AFS che sono qui ad Ankara: tra gli AFSers c'è una complicità particolare: stiamo vivendo tutti la stessa esperienza, anche se ovviamente in modi diversi, e c'è sempre qualche emozione comune, provata e condivisa da tutti, qualche sentimento, qualche sensazione che ci accomuna.
Siamo un po' come una grande famiglia, e passare il tempo con loro e davvero divertente!

Beh, ora torno al mio programma turchino, spero di riuscire ad aggiornare presto il blog, ho ancora tantissimo da raccontare, la Turchia non smette mai di sorprendere! :)


Io (e la mia solita faccia) immersa in un mare di dolcissimi
Frappuccini e Milkshake by Strabucks, senza dimenticare
ovviamente la torta agli Oreo! :D

Tralasciando la mia espressione (occhi rigorosamente chiusi)
eccomi insieme ad alcune delle altre AFSers che sono qui ad Ankara! :)


venerdì 4 ottobre 2013

La mia Turchia



La mia Turchia.

Stamattina mi sono svegliata e faceva freddo, un freddo pungente che penetrava nelle ossa, fuori tirava un vento gelido e il cielo era nero e gonfio di pioggia, era la tipica giornata da "cioccolata calda e coperte".

Eppure mi sono alzata dal letto, mi sono vestita, ho fatto colazione e sono andata scuola, e ho sentito caldo.

Ho sentito caldo dentro perché la mia Turchia è calda.
Ho sentito caldo perché la mia Turchia è la mia casa.
Ho sentito caldo perché sono circondata dall'affetto di tutte le persone che qui mi conoscono da meno da un mese, come se decine di braccia mi stringessero perché "Bugün Ankara çok soğuk"
Ho sentito caldo perché ho riso tanto, ho riso davvero e la mia risata mi ha riscaldata tutta.
Ho sentito caldo perché mia mamma mi ha abbracciato e mi ha detto "basta studiare, è l'ora di fare skype con Francesco"

La mia Turchia è il paese del the a casa, seduti a terra sul tappeto intorno al tavolo, è il paese dei pomeriggi passati a ridere e scherzare con la propria famiglia, riuscendo a comunicare nonostante il problema della lingua, è il paese delle coccole e della dolcezza, delle risate e dell'allegria.
Non importa quanto freddò può fare, la mia Turchia è sempre calda dentro, sempre.

sabato 28 settembre 2013

Turkish daily life

Sono qui ad Ankara, nel bel mezzo della Turchia, da 20 giorni.
In realtà sono arrivata qui il 6 settembre, ma i primi due giorni li abbiamo passati in un hotel ad Istanbul per un'orientation, per iniziare a conoscere questo fantastico paese, le sue usanze e i fondamenti della lingua.
Ci sono un sacco di cose di cui mi piacerebbe parlare, ma andiamo con ordine.

Istanbul - Orientation 6 e 7 settambre


La città


Ankara si trova in Anatolia, nel cuore della Turchia ed è una città molto grande, conta circa quattro milioni e mezzo di abitanti.
Nonostante sia la capitale non la trovo particolarmente affascinante: ospita molte università importanti e alcuni musei, la parte vecchia ha un castello che si può visitare (da cui ho scattato la foto sovrastante) ma la città in sé non ha nulla di bello, i palazzi sono tutti uguali -piuttosto bruttini- e, a parte il centro pieno di negozi e locali, il resto non ha niente di bello.
Questa cosa mi pesa parecchio, mi piaceva camminare per le stradine antiche e super-affollate di Napoli, osservando chiese e monumenti che sono lì, in mezzo alle piazze o alle strade, sentirsi circondata dalla storia e dall'arte, poterle assaporare, poterle vivere quotidianamente, sapere che la tua città vive da millenni, che ne ha viste tante e che ha un profondo e tormentato passato alle spalle ma che è proprio questo a renderla così bella.

Una cosa che però mi ha colpito di Ankara è stata la zona vecchia, sovrastata da un antico castello che ho visitato domenica scorsa insieme Zeynep, la mia responsabile AFS.
Questa zona è davvero molto... vecchia: le case si ammassano le une sulle altre, costruite con mezzi di fortuna, rotte, distrutte dal tempo, sembra che siano lì per miracolo, pronte a disintegrarsi da un momento all'altro.
Per le strade ripide e strette ci sono donne col capo coperto che ricamano e lavorano a maglia e bambini perlopiù scalzi che ti tagliano la strada correndo e giocando a pallone.
Mi ha dato un po' l'impressione di un villaggio antico, quasi abbandonato, circondato però da una città moderna e in continua evoluzione, come se qualcuno all'improvviso fosse arrivato e... l'avesse piazzato lì, nel bel mezzo di Ankara.




Chiudo questo primo capitolo sulla città con qualche foto scattata da me in questi giorni! :)


Uno dei tanti parchi di Ankara, purtroppo non ricordo il nome!


Ad Ankara (ma mi pare di aver capito un po' in tutta la Turchia)
ovunque ti giri sei circondato da adorabili gattini!





La famiglia

Ailem, la mia famiglia.
Era ciò che più mi spaventava, è ciò che più mi ha sorpreso.
Doveva essere la mia "welcome family", una famiglia che avrebbe dovuto ospitarmi solo finché AFS non avesse trovato per me un'altra sistemazione, ma hanno deciso di ospitarmi per tutti e tre i mesi, ne sono felicissima.
Annem (la mia mamma) è una persona dolcissima, mi permette di fare ciò che voglio, mi tratta da figlia, si interessa a me e alla mia vita, mi aiuta quando sono giù, mi supporta... E' semplicemente la mia mamma!
Sıla, ablam (la mia sorella maggiore) è dolce e disponibile. Caratterialmente simile a me mi aiuta e mi fa sentire a casa, vuol imparare l'italiano e a volte lo studiamo insieme.
Sayra, kız kardeşim (mia sorella) ha la mia età, e anche se siamo molto diverse caratterialmente è molto dolce con me. Passiamo spesso il tempo insieme, soprattutto durante il weekend, quando vado spesso a scuola con lei durante i corsi pomeridiani, in modo da stare con i suoi amici.
Babam (il mio babbo) lavora fuori Ankara e lo conoscerò ad ottobre, quando andremo tutti insieme ad Antalya, al mare, a trovare i nonni.

Sin da subito mi hanno accolta come una figlia e una sorella, facendomi sentire a casa, donandomi tanto affetto. L'unico problema è la lingua: non parlano inglese e ovviamente a me serve del tempo per imparare il turco, tuttavia riusciamo a comunicare (sempre meglio dato che sto imparando la lingua) e questa è la cosa importante!

La sera che abbiamo cucinato gli spaghetti aglio, olio e pomodorini! :)

Chiudo anche questo piccolo accenno alla famiglia, approfondirò in seguito l'argomento, e passo alla scuola.



La scuola

Tadaaaaan, ci siamo, la scuola!

Il nome della mia scuola è "Ankara Atatürk Lisesi"
E' la scuola più antica di Ankara, risale al 1886, quindi ha ben 127 anni!
E' una scuola molto grande, siamo circa 1500 studenti, con un cortile molto grande, campi di basket, calcetto e pallavolo, la palestra e addirittura un museo che però è chiuso (un mio amico ha tentato di spiegarmi il perché ma non ho capito granché!)
Il sistema scolastico turco è molto diverso da quello italiano:
-le lezioni durano 40 minuti più 10 minuti di intervallo, nei quali puoi uscire in cortile, giocare a pallavolo o restare in classe;
-dalle 12.15 alle 13.00 c'è la pausa pranzo, puoi mangiare in mensa o comprare qualcosa al bar e mangiarla fuori al cortile, godendo del tiepido sole autunnale;
-non ci sono le interrogazioni, solo test scritti;
-a scuola non si fa molto, i professori spesso non sono granché, per cui i ragazzi sono costretti a frequentare dei corsi esterni a pagamento se voglio superare gli esami (e la mia scuola è una delle migliori ad Ankara!). Inoltre non si assegnano compiti per casa, sempre per via di questi corsi;
-la mia scuola è forse l'unica di 5 anni, di solito qui ci sono 4 anni di liceo;
-puoi scegliere fra la classe di Matematica&Scienze o quella di Turco&Matematica (dove comunque si hanno 4 ore di matematica e 3 di geometria, povera me!)
-Si studiano due lingue: inglese e poi una a scelta fra (francese, spagnolo, tedesco, russo e cinese)
-ogni lunedì prima di entrare e ogni venerdì dopo le lezioni i ragazzi devono trovarsi tutti quanti nel cortile perché bisogna cantare l'inno della Turchia.

I ragazzi sono simpaticissimi, disponibilissimi con me e pronti ad aiutarmi, mi considerano una di loro, facendomi così sentire davvero a casa! 

Beh, per ora questo è tutto, vi terrò aggiornati sugli sviluppi della mia vita turchina :)